Care Colleghe e Cari Colleghi,
dopo 69 giorni di blocco delle attività produttive a
causa della pandemia da covid19, in questi giorni molti di noi hanno ricominciato a lavorare. Ci siamo trovati ad operare in un contesto diverso da quello a cui eravamo abituati; nuove regole, nuovi protocolli sanitari, ma soprattutto distanziamento interpersonale. D’altronde non si poteva pensare che si tornasse a lavorare come se nulla fosse accaduto. Sappiamo che cucinare vuol dire pianificazione, gestione, attenzione, precisione e prontezza. Elementi che con le nuove misure sono maggiormente accentuati ma che, a ben vedere, rientrano già nelle funzioni del mestiere del cuoco ed è per questo che continueremo ad esercitare come abbiamo sempre fatto, con gli stessi principii. Noi cuochi siamo abituati al sacrificio, all’abnegazione, all’essere sempre pronti a soddisfare qualsiasi esigenza e sicuramente anche questo problema lo risolveremo con la serenità che ci contraddistingue con l’etica e la professionalità.
In questi mesi la Federazione Italiana Cuochi e l’Unione Cuochi Abruzzesi non si sono mai fermati. Abbiamo continuato ad esservi vicino con i corsi di formazione on- line e con le video conferenze, abbiamo voluto e costituito il “Coordinamento delle Associazioni Ristorative Abruzzesi” per essere coesi, siamo stati impegnati nelle rivendicazioni economiche e di riorganizzazione del comparto, e alla fine siamo riusciti ad avere alcune deroghe e maggiore elasticità nei protocolli. Certo non bastano a risolvere la drammatica situazione in cui il settore è precipitato proprio per la complessità dei servizi che offre la ristorazione. Ci sono ancora lati oscuri in merito agli aiuti economici insufficienti, alle detassazioni, ai molti ritardi e alle inadempienze.
Ma soprattutto resta la drammatica incertezza in cui si trovano i lavoratori stagionali e della banchettistica per i quali continuiamo a chiedere ammortizzatori sociali fino a quando non saranno riassunti, e la sospensione dell’attività d’impresa senza oneri per i ristoratori che per il momento non riapriranno. Alle Istituzioni chiediamo di attivare un’ampia campagna di sensibilizzazione dell’opinione pubblica sulla sicurezza sanitaria nei ristoranti, dove da sempre si lavora rispettando i protocolli della gestione igienica degli alimenti e degli ambienti.
Colleghe e Colleghi, da questa catastrofe dobbiamo riemergere con una maggiore grinta. Diamo spazio a tutta la nostra linfa creativa attraverso proposte gastronomiche di alta qualità, per stimolare la voglia degli ospiti di tornare al ristorante. La semplicità non significa “cucina casalinga” ma, al contrario, eleganza nella presentazione, intensità di sapore attraverso le giuste tecniche di cottura e maggiore salubrità con una gestione pedissequa dei processi produttivi. In definitiva, una cucina fatta di ricerca, di tecnica e di scientificità.
Carissimi, uniti ce la faremo, e daremo un nuovo impulso alla gastronomia abruzzese e grande vitalità alla nostra categoria. L’URCA è al vostro fianco, sempre!
Un caloroso abbraccio a tutti e una grande buona fortuna; perché lo sappiamo: i cuochi non si arrendono…
19 maggio 2020
Lorenzo Pace