Le anime, i volti, i sogni delle nostre Cuoche Alessandra Baruzzi ed il Sodalizio Lady Chef
di Redazione
Fa parte della Federazione Italiana Cuochi dal 1997. Ha iniziato, come la maggior parte degli iscritti, da semplice associata, avvertendo subito l’orgoglio ma anche la responsabilità della “appartenenza” a ciò che non era una semplice tessera, ma la condivisione di progetti, idee, sogni comuni con altre migliaia di amici e amiche, colleghi e colleghe, cuochi e cuoche. Da lì, poi, ha ricoperto ruoli sempre più delicati, sia a livello territoriale che nazionale. Lei è Alessandra Baruzzi, alla quale ancora una volta è stato affidato il timone del Sodalizio Lady Chef, che praticamente lei stessa ha visto nascere e crescere. Ecco la sua intervista per Federcuochi.
La nomina a responsabile nazionale del Compartimento Lady Chef significa essere investita di una grande responsabilità. Al di là della gioia e dell’onore di tale incarico, come sta pianificando questi anni di forte impegno che la attendono e che già sono in atto?
“Sono alla guida del Compartimento Nazionale delle Lady Chef dal 2015 e l’ingente lavoro finora svolto ha portato a grandi risultati. Basti pensare che il nostro Compartimento fino a qualche anno fa era pressoché inesistente, mentre oggi raggiunge tutte le regioni e provincie d’Italia, con un numero consistente di associate, ed è in continua crescita. I primi anni sono serviti per far conoscere e sviluppare l’associazione, fino ad ingranare la marcia giusta, che ha portato a collaborazioni e partnership, tessendo sinergie per lo sviluppo di tutta la filiera di riferimento. Attraverso queste azioni, abbiamo potuto creare numerosi progetti ed eventi: dal Concorso Nazionale Extra Cuoca alla collaborazione con Aidos, dalla presenza del Compartimento nelle cucine di Casa Sanremo per il Festival della Canzone Italiana alla creazione della gara per la “Miglior Professionista Lady Chef” ed alla creazione della Squadra Nazionale per le competizioni. Tutte attività che hanno richiesto un grande fervore e che saranno da base per un futuro sviluppo del Compartimento stesso, migliorate ed incrementate da progetti che verranno svelati durante il percorso che ci attenderà nell’immediato futuro”.
Oggi la ristorazione sta cambiando molto rapidamente. Anche il settore che lei è stato chiamato a guidare e coordinare chiede risposte sempre più concrete e immediate. Quali sono, a suo avviso, le più urgenti e le tematiche da affrontare?
“Il mondo della ristorazione ha subìto un cambio repentino, dato, a mio avviso, sia dalla forte attività mediatica che dalle vicende legate alla pandemia, che ci ha posto di fronte a numerose difficoltà. La sempre presente figura del cuoco in tv, radio e pubblicità ha fatto apparire il nostro lavoro come immediata porta verso il successo, nascondendo che questo sia, invece, un lavoro totalizzante, fatto di tanti sacrifici, stress, rinunce e devozione; tali condizioni hanno creato in questi ultimi anni una fortissima difficoltà nel reperire personale qualificato (e non), sia esso di sala o di cucina, mettendo a rischio numerose attività. Ritengo che oggi si debba tener conto non solo dell’aspetto economico equivalente, ma si debba offrire una possibilità di vita oltre il lavoro, garantendo condizioni di attività armoniose, con più tempo libero, stipendi adeguati, maggiori diritti e più formazione. Io sono alla guida del Compartimento femminile della Federazione, un mondo che già nel passato ha visto numerosi ostacoli per farci emergere in dinamiche e gerarchie prettamente maschili, sia per le condizioni di lavoro sia per il modo di fare, ma con il tempo e con le attività messe in campo abbiamo potuto dimostrare che la professionalità non ha distinzioni di genere, creando una folta rete di donne professioniste pronte sempre a mettersi in gioco, al passo con la più recente formazione e pronte a lavorare sempre meglio e bene per soddisfare gli ospiti con professionalità. Come fatto fino ad ora, continueremo ad adoperarci per accrescere l’immagine della cuoca professionista, valorizzando la gastronomia e le materie prime di qualità, continuando con la formazione costante, per avere una conoscenza sempre più ampia del settore, coniugando la sostenibilità, la condivisione, l’etica morale, la conoscenza, la scienza, la tecnologia e la propria esperienza”.
Muoversi e operare nel solco della Federazione Italiana Cuochi significa non essere mai da soli, avere attorno una grande squadra che ci sostiene e ci difende. Vivere in un contesto associativo come quello FIC significa anche sapere spendere bene il proprio tempo, tra la professione in cucina o a scuola, la vita privata e lo spirito federativo. Come si organizza in tal senso?
“Far parte della dirigenza FIC è un grande onore, ma da questo scaturiscono anche grandi oneri. Si ha la certezza di essere condotti per mano attraverso questa strada, ma si sente tutta la responsabilità di non tradire le aspettative, anzi ci si trova spesso a pensare di voler superare i propri limiti per guidare al meglio il Compartimento e tutte le associate. Il lavoro per tutti noi è la fonte primaria di sostentamento e gli affetti familiari sono indispensabili e sacri, a volte sembra che il tempo si moltiplichi per consentirci di affrontare tutti gli aspetti della vita. Percepire la Federazione come una estensione della propria famiglia, degli affetti e del lavoro è per me il modo migliore di conciliare il tutto; alle volte, quando gli impegni sono più gravosi si rinuncia ad un piccola parte della vita privata, che si cercherà di riequilibrare subito dopo, ma con una attenta programmazione (come nelle nostre cucine) si riesce a svolgere pienamente il ruolo assunto. Appartenere alla Federazione è un atto di scelta consapevole, di impegno e convinzione”.
Sappiamo che non è facile farlo in poche righe, ma ci descriva qui in breve la sua esperienza in FIC, dalla prima tessera sottoscritta fino ad oggi.
“Sono entrata a far parte della Federazione Italiana Cuochi nel lontano 1997, come semplice associata, e da lì la passione ed il mio impegno sono sempre cresciuti, partecipando alacremente a tutte le attività create, nonché prendendo parte ad assemblee e consigli anche nazionali. Sono giunta al mio primo incarico come Coordinatrice Lady Chef e Consigliera Provinciale credendo fermamente nell’associazionismo e nella possibilità di sviluppo e credibilità ad esso collegati. Da lì a poco sono entrata a far parte anche del Consiglio Regionale, di cui sono consigliera da oltre 12 anni. Il mio impegno e la mia dedizione verso questa associazione mi hanno condotta a diventare Coordinatrice Nazionale delle Lady Chef ed anche Consigliera Nazionale. I primi passi da rappresentante nazionale mi hanno vista, con l’ausilio delle allora coordinatrici regionali, divulgare l’esistenza del nostro Compartimento lungo tutto lo Stivale; siamo partite con un manipolo di associate per arrivare, con grande lavoro su tutti i livelli, ad un numero davvero consistente di aderenti, che è in costante e continua crescita, vista l’immagine di grande professionalità e correttezza associata ad essa. Spero di avere la possibilità di continuare a sentirmi coinvolta e spero di dedicare ancora il mio tempo per la Federcuochi, che sento come la mia casa, a cui in questi anni ho rivolto le mie energie, il mio tempo, impegno e lavoro, superando le avversità sia nel bello che nel brutto tempo, rivolgendo lo sguardo sempre verso il futuro e mettendo in campo e progettando azioni che portino alla crescita del nostro Compartimento”.
Richiamando, infine, quel gioco di squadra di cui parlavamo, vuole lanciare un messaggio anche agli altri suoi colleghi FIC che ricoprono un ruolo analogo al suo?
“Come detto precedentemente, ogni appartenente a FIC effettua una scelta consapevole, una messa a disposizione verso i propri associati e con questa dichiara di dedicare impegno e passione al ruolo che andrà a ricoprire. Mi auspico che sempre meno siano le rivalità e si continui a costruire un clima di dialogo e comprensione, nonché di supporto tra i vari dirigenti, per far sì che la Federazione tutta possa sempre più ampliare i propri orizzonti, mantenendo e consolidando l’ottima reputazione costruita con anni di duro lavoro. Lavoro, collaborazione, rispetto, condivisone e solidarietà dovrebbero essere le parole che riecheggiano nella mente e nei cuori delle persone che guidano ad ogni livello la nostra associazione”.