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La conferma di Giovanni Guadagno come Resp. Dipartimento Tecnico Professionale

Il Prof. Giovanni Guadagno e la riconferma alla guida del settore Tecnico-Professionale 

di Redazione

La sua prima tessera con la Federazione Italiana Cuochi risale al 1998. Da allora, ha sempre militato con grande passione ed entusiasmo nell’ambito associativo, sia come semplice socio sia ricoprendo ruoli di grande responsabilità. E adesso è stato riconfermato per i prossimi 4 anni alla guida del Dipartimento Tecnico-Professionale, ruolo che già da anni ricopre con molta attenzione anche grazie alla sua lunga esperienza di docente nelle scuole professionali e istituti alberghieri. Lui è Giovanni Guadagno e questa è l’intervista rilasciata per FIC.

D: La nomina a responsabile nazionale del Dipartimento Tecnico-Professionale significa essere investito di una grande responsabilità. Al di là della gioia e dell’onore di tale incarico, come sta pianificando questi anni di forte impegno che la attendono e che già sono in atto?

R: Ringrazio per la fiducia accordatami e sintetizzo in questo decalogo lo stile di lavoro del Dipartimento per i prossimi 4 anni…

Decalogo del lavoro sostenibile

Per una nuova ecologia del lavoro di cucina

  1. Se non funziona non si fa.
  2. Ogni attimo di lavoro è una startup.
  3. Controlla.
  4. Controllati, soprattutto; perché ogni regola è inutile se non ci metti il tuo cuore e il tuo cervello.
  5. Rispetta il lavoro: degli altri e il tuo. Riposati: non sprecare energie.
  6. Economia di cucina: calcola ogni cosa.
  7. No sprechi, massimi risultati.
  8. Spegni le attrezzature: ma soprattutto ricordati di accenderle, per tempo, quando servono.
  9. Applica in modo rigoroso le procedure (ricette, Haccp).
  10. Cambia le procedure, sovvertile. Ci vuole coraggio ma puoi dimostrare che esiste un modo migliore.

D: Oggi la ristorazione sta cambiando molto rapidamente. Anche il settore che lei è stato chiamato a guidare e coordinare chiede risposte sempre più concrete e immediate. Quali sono, a suo avviso, le più urgenti e le tematiche da affrontare?

R: Cultura altra – per un nuovo rinascimento.

Cultura oltre. Non diversa. Non siamo contro: siamo oltre, siamo altrove. Da qui vi vedo piccoli e lontani. La cultura non si misura su luoghi comuni o su parametri vostri.

Cultura passatista, non classica e non scientifica. Non cultura. Legata non allo studio del pensiero e alla lettura, non alla sperimentazione fattiva ed effettiva ma quanto allo studio di coloro che hanno studiato. Non è letteratura ma storia della letteratura e i laboratori di chimica e scienze hanno le ragnatele sugli strumenti.

L’esigenza prima è creare una cultura consistente legata alla manualità e mondo del lavoro. Una CULTURA scritta a caratteri cubitali nel nostro presente e nel futuro delle giovani generazioni.

D: Muoversi e operare nel solco della Federazione Italiana Cuochi significa non essere mai da soli, avere attorno una grande squadra che ci sostiene e ci difende. Vivere in un contesto associativo come quello FIC significa anche sapere spendere bene il proprio tempo, tra la professione in cucina o a scuola, la vita privata e lo spirito federativo. Come si organizza in tal senso?

R: Azioni

Educare al pollice opponibile per lo sviluppo della cultura prassica:

  1. applicare in toto la riforma degli istituti professionali 2017. Portare in tutti gli istituti la prova pratica all’esame di Stato (dal 2023 la prova pratica è entrata a pieno titolo fra le prove dell’esame di stato ma non è stata recepita da molti). Promuovere un percorso post diploma di sviluppo delle competenze specifiche: ITS, IFTS e lauree brevi sul tema dell’enogastronomia e delle eccellenze agroalimentari italiane;
  2. obiettivo competenze e responsabilità; abbandonare le vecchie linee didattiche;
  3. lavorare per una didattica laboratoriale in tutte le discipline. La centralità della didattica è ben rappresentata dal prodotto dell’alunno che insegna la vera cultura del lavoro;
  4. inserire azioni di orientamento CUOCOLAB alla scoperta dell’affascinante mondo della cucina rivolte alla scuola secondaria di primo grado;
  5. predisporre un percorso trasversale che educhi gli alunni all’uso della propria manualità (educare al pollice opponibile) durante tutto il ciclo scolastico (valorizzando – mettendo il voto – le attività pratiche) sul modello dell’educazione civica attuale. Se combattere l’analfabetismo è stata la battaglia del 1900 oggi è la nuova frontiera è combattere la perdita delle abilità manuali;
  6. incidere sulla formazione dei docenti, in particolare per gli I.T.P., con un progetto di collaborazione, stabilito da un accordo specifico e normato, di lavoro nella ristorazione e ospitalità nei periodi di inattività scolastica per un minimo di 30 giornate lavorative anno (formazione duale del docente e aggiornamento professionale reale);
  7. aprire le scuole alle associazioni di categoria stringendo un vero e proprio patto di collaborazione a livello nazionale dove ogni associazione dichiari e sottoscriva gli impegni presi nei confronti dei giovani. Promuovere le eccellenze italiane nel mondo: prodotti, lavoro, competenze del made in ITALY attraverso i cuochi, ambasciatori del gusto e della cucina italiana nel mondo;
  8. inserire per le classi quinte il matching scuola mondo del lavoro con interventi diretti, organizzati dai docenti ITP, di professionisti nei laboratori;
  9. favorire i percorsi duali nella scuola superiore adattandoli allo specifico del percorso alberghiero;
  10. collaborare all’applicazione delle nuove direttive ministeriali in materia di orientamento (Decreto di adozione delle Linee guida per l’orientamento, relative alla riforma 1.4 “Riforma del sistema di orientamento”, nell’ambito della Missione 4 – Componente 1 – del Piano nazionale di ripresa e resilienza, finanziato dall’Unione europea – Next Generation EU) per far emergere i talenti facendo emergere le potenzialità dei candidati (empatia, collaborare in staff, intelligenza pratica, ecc) abbandonare i luoghi comuni (i professionali solo per chi non studia, scuole di serie C, solo per chi ha problemi di apprendimento).

D: Sappiamo che non è facile farlo in poche righe, ma ci descriva qui in breve la sua esperienza in FIC, dalla prima tessera sottoscritta fino ad oggi.

R: Nel 1998 prima tessera in Federazione. Ho sempre ricoperto ruoli e avuto incarichi: segretario Cuochi Milano, presidente Cuochi Brianza, dirigente nazionale in Giunta, vicepresidente di Area Nord, responsabile Dipartimento Tecnico-Professionale. Ancora mi metto a disposizione dell’apparato provinciale, regionale e nazionale con l’esperienza e qualche anno in più…

D: Richiamando, infine, quel gioco di squadra di cui parlavamo, vuole lanciare un messaggio anche agli altri suoi colleghi FIC che ricoprono un ruolo analogo al suo?

R: In particolare ai colleghi formatori, docenti di ogni ordine e grado: cari colleghi, non è facile fare laboratorio. Se entrate in classe come in un laboratorio, dovete abbandonare le vostre certezze da liceali. Dovete andare appunto oltre, per arrivare altrove. Si tratta di sublimare i nostri propri maestri. Rifiuto la cultura effimera e piccola, che rende le lezioni inconsistenti e nozionistiche. Al centro il lavoro, il genio. Con il vortice ascendente del divino che ci aspira vegliamo. Imparare a produrre cose e idee. Idee che possano diventare progetti a beneficio dell’umanità. Non si impara solo leggendo, parlando e studiando… si impara soprattutto sperimentano e confrontando il risultato con la realtà e con gli altri. I frutti del lavoro devono essere tangibili: cose, scritti, musica o dipinti.

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