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Riccardo Carnevali: il volto “social” della Federazione Italiana Cuochi

Riccardo Carnevali: il volto “social” della Federazione Italiana Cuochi

di Redazione

Sarà per la grande professionalità che lo ha sempre contraddistinto (è ancora giovane, ma siamo certi fosse molto professionale anche da giovanissimo, dai banchi dell’alberghiero!) o sarà perché ormai bazzica su canali e piattaforme digitali tanto quanto nella vita reale, fatto sta che Riccardo Carnevali, ancora una volta confermato alla guida di FIC Social, è tanto a suo agio nella “moderna comunicazione” quanto lo è in una cucina vera e propria, con tanto di pentole, fornelli e ricettari da scrivere o da proporre. Con la sua calma (apparente) da bravo ragazzo lombardo, che poi si svela in una grande operosità, è sempre presente “dietro le quinte digitali” dei grandi e piccoli eventi FIC, dal consiglio provinciale del suo territorio ai Campionati, dalle Gala Dinners agli appuntamenti romani da migliaia di invitati. Scopriamo di più su di lui attraverso le risposte alla nostra intervista.

La nomina a responsabile nazionale del Dipartimento Comunicazione settore Social significa essere investito di una grande responsabilità. Al di là della gioia e dell’onore di tale incarico, come sta pianificando questi anni di forte impegno che la attendono e che già sono in atto?

“Sono ormai al terzo mandato come responsabile nazionale del Dipartimento Comunicazione settore Social. Dopo 8 anni la nostra comunicazione digitale ha degli automatismi che tutti conosciamo, vogliamo però puntare sempre a migliorarci allargando la squadra comunicazione, in modo da coprire al meglio il territorio e ogni esigenza della nostra Associazione”.

Oggi la ristorazione sta cambiando molto rapidamente. Anche il settore che lei è stato chiamato a guidare e coordinare chiede risposte sempre più concrete e immediate. Quali sono, a suo avviso, le più urgenti e le tematiche da affrontare?

“Gli algoritmi dei social sono in costante movimento. L’uso stesso delle differenti piattaforme sta cambiando. Facebook non ha più mordente, Instagram è diventato la piattaforma di riferimento. I video, poi, stanno avendo la meglio sulla fotografia statica, soprattutto video in formato verticale. Stiamo anche progettando una presenza maggiore su TikTok, ma dobbiamo trovare la giusta continuità, perché sui social proprio la continuità è il fattore premiante”.

Muoversi e operare nel solco della Federazione Italiana Cuochi significa non essere mai da soli, avere attorno una grande squadra che ci sostiene e ci difende. Vivere in un contesto associativo come quello FIC significa anche sapere spendere bene il proprio tempo, tra la professione in cucina o a scuola, la vita privata e lo spirito federativo. Come si organizza in tal senso?

“Nell’ultimo periodo ho l’aiuto inestimabile di altri componenti della segreteria e di Roberto Rosati, che alleggeriscono il mio impegno. I social e la comunicazione in genere sono molto legati al momento giusto, alla tempestività. Gli impegni di lavoro, a volte, ci obbligano a suddividerci i carichi di lavoro nel campo della comunicazione social”.

Sappiamo che non è facile farlo in poche righe, ma ci descriva qui in breve la sua esperienza in FIC, dalla prima tessera sottoscritta fino ad oggi.

“Ricordo le prime esperienze in Consiglio regionale nel 2008, in cui c’erano urla e scontri su cose poco utili alla vita associativa e lo ricordo con piacere, se equiparato alla grande propositività che troviamo oggi. Chiaramente, quando si parla di Associazione c’è sempre grande passione, soprattutto tra chi spende tanto tempo nelle attività FIC, però le tantissime iniziative nazionali, che sono una novità degli ultimi mandati, fanno sì che ci sia quasi una corsa del regionale e dei provinciali per stare al passo del nazionale. Il rinnovo dei direttivi, con l’abbassamento dell’età media, è problematico per i tanti impegni di lavoro concomitanti alle attività associative e questo fa sì che si crei un tetris tra lavoro e Federazione. L’amore per la vita associativa, però, fa passare oltre anche questi inconvenienti”.

Richiamando, infine, quel gioco di squadra di cui parlavamo, vuole lanciare un messaggio anche agli altri suoi colleghi FIC che ricoprono un ruolo analogo al suo?

“Mi piacerebbe che la Federcuochi fosse prima di tutto un network di conoscenze e di risorse per poter favorire il lavoro di tutti. Comunichiamo e trasmettiamo il più possibile il nostro lavoro e le nostre iniziative in Federazione e sicuramente troveremo nuove forze e, perché no, nuovi soci interessati ad affiancarci e a collaborare nella realizzazione dei programmi e degli obiettivi prefissati. L’unione fa la forza e nell’Associazione funziona meglio quando si è in tanti”.

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