La sua cucina è legata alle sue origini milanesi: «Mi piace portare all’estero senza compromessi il messaggio della cucina italiana, con il mio apporto personale», dice forte dell’esperienza giapponese e di quella a Pechino.
Claudio Sadler, di origini milanesi, è uno degli chef più conosciuti in Italia.
Dopo aver frequentato l’Istituto alberghiero, ha avuto due importanti esperienze professionali: una da Gualtiero Marchesi a Milano, l’altra da Georges Cogny, a Piacenza. Parallelamente a queste esperienze, per 13 anni ha insegnato presso l’Istituto alberghiero Carlo Porta ed ha proseguito privatamente un’attività presso la scuola Q.B. e nel vicino bistrot Quick ‘n Chic, di apertura recente.
Ha aperto il suo primo ristorante a Pavia nel 1982, la “Locanda Vecchia Pavia”. Nel 1986 aprirà Osteria di Porta Cicca a Ripa di Porta Ticinese a Milano, dove acquisirà la prima stella Michelin; nel 1995 il locale si sposterà in Via Troilo e, nel 2002, acquisirà la seconda stella Michelin. Contemporaneamente a questa attività sempre nel 2002 creerà il Q.B. centro di cucina enogastronomico dove insieme ad altri validi insegnanti organizza corsi per professionisti e appassionati.
Da anni porta il suo nome un servizio di banqueting che premia la cultura italiana a tavola, la semplicità, la leggerezza: cultura che porterà in terra giapponese e, nel 2008, a Pechino, dove verrà aperto un suo ristorante. Dopo anni di presenza sul naviglio milanese, il ristorante viene trasferito in via Ascanio Sforza 77, dove aprirà anche un secondo locale, Chic’n Quick, per una ristorazione più veloce. Nel 2007 vengono aperti due ristoranti all’interno del nuovo polo fieristico a Rho: Chic’n Quick, che offre un pranzo ricercato a chi non ha molto tempo, con piatti originali e gustosi ma con servizio rapido; e Sadler in Fiera, vero e proprio ristorante, luogo ideale per una pausa pranzo di vero relax e piacere.
Sadler ha pubblicato anche sei libri di ricette editi dalla Giunti: l’ultimo è “Il manuale dello Chef”, pubblicato nel 2013.
La sua cucina è legata alle sue origini milanesi: «Mi piace portare all’estero senza compromessi il messaggio della cucina italiana, con il mio apporto personale», dice forte dell’esperienza giapponese e di quella a Pechino.
Dopo aver frequentato l’Istituto alberghiero, ha avuto due importanti esperienze professionali: una da Gualtiero Marchesi a Milano, l’altra da Georges Cogny, a Piacenza. Parallelamente a queste esperienze, per 13 anni ha insegnato presso l’Istituto alberghiero Carlo Porta ed ha proseguito privatamente un’attività presso la scuola Q.B. e nel vicino bistrot Quick ‘n Chic, di apertura recente.
Ha aperto il suo primo ristorante a Pavia nel 1982, la “Locanda Vecchia Pavia”. Nel 1986 aprirà Osteria di Porta Cicca a Ripa di Porta Ticinese a Milano, dove acquisirà la prima stella Michelin; nel 1995 il locale si sposterà in Via Troilo e, nel 2002, acquisirà la seconda stella Michelin. Contemporaneamente a questa attività sempre nel 2002 creerà il Q.B. centro di cucina enogastronomico dove insieme ad altri validi insegnanti organizza corsi per professionisti e appassionati.
Da anni porta il suo nome un servizio di banqueting che premia la cultura italiana a tavola, la semplicità, la leggerezza: cultura che porterà in terra giapponese e, nel 2008, a Pechino, dove verrà aperto un suo ristorante. Dopo anni di presenza sul naviglio milanese, il ristorante viene trasferito in via Ascanio Sforza 77, dove aprirà anche un secondo locale, Chic’n Quick, per una ristorazione più veloce. Nel 2007 vengono aperti due ristoranti all’interno del nuovo polo fieristico a Rho: Chic’n Quick, che offre un pranzo ricercato a chi non ha molto tempo, con piatti originali e gustosi ma con servizio rapido; e Sadler in Fiera, vero e proprio ristorante, luogo ideale per una pausa pranzo di vero relax e piacere.
Sadler ha pubblicato anche sei libri di ricette editi dalla Giunti: l’ultimo è “Il manuale dello Chef”, pubblicato nel 2013.
La sua cucina è legata alle sue origini milanesi: «Mi piace portare all’estero senza compromessi il messaggio della cucina italiana, con il mio apporto personale», dice forte dell’esperienza giapponese e di quella a Pechino.