27 marzo 2017 – Con una caricatura del suo volto firmata dal fumettista Giulio Laurenzi, la Federazione Italiana Cuochi (FIC) ha dato il benvenuto in federazione a Massimo Bottura che ha ufficialmente ricevuto la tessera di socio. La consegna è avvenuta al Ristorante Nonno Rossi di Bologna dove c’era il presidente nazionale Fic Rocco Pozzulo, la presidente dell’Unione regionale cuochi Emilia Romagna, Ivana Barbieri e quella dell’Unione cuochi Modena, Gabriella Costi.
Tanta è stata l’emozione e l’orgoglio per i vertici FIC: «L’ingresso di Massimo Bottura nella Fic – ha osservato Pozzulo – significa che stiamo percorrendo la giusta strada e stiamo lavorando nel modo corretto. Ci teniamo a rimarcare che l’obiettivo principale della nostra federazione è quello di stare al fianco di tutti i cuochi che ogni giorno lavorano nelle proprie cucine. Come federazione inoltre il nostro compito è quello di tutelare la professione e i professionisti a 360 gradi». Non è un caso che la Fic si sia distinta in occasione del sisma che ha colpito il centro Italia accorrendo sul campo col Dipartimento emergenze per preparare i pasti da servire a chi aveva perso tutto.
«La cucina – ha sottolineato Pozzulo – è anche una questione culturale e abbiamo veicolato questo messaggio cardine intervenendo nelle zone terremotate con 300 cuochi italiani, ma anche stranieri». Avere il numero uno della cucina internazionale tra le proprie fila significa anche avere a disposizione un ottimo testimonial che faccia capire ai giovani quanto sia faticoso e graduale il percorso che porta a raggiungere i vertici della cucina internazionale.
Massimo Bottura è riuscito a dimostrare questo già nel corso della consegna della tessera mostrandosi in tutta la sua umiltà, il suo entusiasmo e la sua voglia di condividere e diffondere le sue conoscenze relative alla cucina. «Ricevere una sorta di riconoscimento da parte dei propri colleghi è la cosa più difficile, bella e importante – ha detto – vale per un cuoco, ma vale in tutti i settori credo. Io poi ho un profondo rispetto per il nostro mestiere perché so che per svolgerlo ci vuole un pizzico di talento, ma soprattutto un duro lavoro quotidiano. È per questo che io parlo volentieri e tutte le volte che me lo chiedono con tutti, soprattutto con quei giovani che dicono di vedermi come un punto di riferimento».
Il nuovo socio Fic si è ulteriormente addentrato nel senso più profondo del mestiere di cuoco: «Chi fa il cuoco – ha detto – è perché ha fortemente voluto fare il cuoco e, probabilmente, come me ama più donare qualcosa agli altri piuttosto che riceverla. L’essenza del nostro mestiere è quella di trasmettere gioia, ma prima di dare bisogna essere consapevoli di sé stessi e di ciò che si può e si deve fare. Il senso di un cuoco si fonda su tre pilastri: cultura, coscienza e conoscenza».