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NEL SEGNO DELL’ ACCOGLIENZA E DELLA BELLEZZA DEL 30° CONGRESSO NAZIONALE FIC ( SALA E CUCINA )


 – Numero di maggio:  Rivista ” SalaeCucina”   https://www.salaecucina.it/scarica-la-rivista-in-pdf/   NEL SEGNO DELL’ACCOGLIENZA E DELLA BELLEZZA Ecco il minimo comun denominatore del trentesimo congresso FIC autore: SIMONA VITALI  Mille cuochi da tutto lo stivale (ma anche dall’estero) sono gia? portatori essi stessi di quelle cucine regionali oggi sempre piu? declamate. Una citta? ospitante, Catania, vulcanica non solo per l’Etna ma anche per l’effervescenza delle sue attivita? artigianali e artistiche – che ne fanno un laboratorio di nuove tendenze – e per quel rispolvero – come del resto in tutta la Sicilia – della cultura gastronomica locale, a cui ovunque si sta ambendo. La scelta di location, ben tre, che sono espressione di arte e di cultura. Gusto in scena Ecco cio? che ha contraddistinto e voluto anche simbolicamente contrassegnare il trentesimo Congresso nazionale della Federazione Italiana Cuochi (FIC), intitolato “Gusto in scena”, che ha scelto in piu? occasioni di aprirsi e aprire le porte al grande pubblico. Quale modo migliore per calarsi in un territorio e renderlo partecipe di cio? che sta per avvenire? Il complesso fieristico delle Ciminiere di Catania ha rappresentato dal 31 marzo al 2 aprile il campo base da cui partire e a cui ritornare (rispetto agli altri appuntamenti in programma) proprio per quel Cooking Festa Salone dell’enogastronomia e delle tecnologie da cucina che li? e? stato predisposto. Un ampio spazio espositivo abitato dall’area incontri/dibattiti, che ha visto un ininterrotto alternarsi di show cooking e focus di approfondimento, a rimarcare la convinzione del ruolo strategico dell’enogastronomia nazionale e l’impegno a promuoverla. Anche Gian Marco Centinaio, ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, ha accolto l’invito a esserci, e ha ribadito l’impegno del Governo a salvaguardare il made in Italy e a lavorare su progetti che prevedano una corretta politica dell’export (come il recente accordo per commercializzare le aran- ce in Cina), attraverso un gioco di squadra. E? stata poi la volta di Enrico Crippa, in rappresentanza – insieme a Luciano Tona – dell’Accademia Italiana del Bocuse d’Or. “L’Italia non puo? non essere grande anche in quel concorso. Io ci credo talmente da dedicarci il mio tempo, oltre all’importante impegno quotidiano nella mia cucina” ha confessato Crippa, d’accordo con Tona che ha rimarcato come “Lo sforzo di pochi non basta a sostenere un simile progetto, che dev’essere supportato dall’intero sistema Italia”.  “Riteniamo sia importantissima la collaborazione instaurata negli ultimi due anni con le coppe FIC, proprio per l’esperienza maturata in materia concorsi – ci ha tenuto a riconoscere Crippa –.Il candidato nei suoi allenamenti ripete gli stessi gesti in continuazione e arriva a non assaggiare neanche piu?. Questo per dare l’idea del livello a cui deve arrivare la sua preparazione e del sangue freddo che deve raggiungere”. Un’altra figura, Pino Cuttaia, presidente dell’associazione Le Soste di Ulisse, che in Sicilia raccoglie un considerevole numero di eccellenze tra ristoranti gourmet charming hotel, Maestri pasticceri, blasonate cantine e autorevoli aziende, ha accettato di buon grado l’invito a far visita al Congresso, portando un messaggio positivo a prescindere, dentro un mondo – quello dell’associazionismo – dove il dialogo non e? mai cosi? scontato. A Gusto in Scena Cuttaia ha condiviso gli spunti forti emersi nei giorni del suo Congresso a Siracusa, fra cui la necessita? di intervenire nella formazione, dando il proprio contributo di professionisti alle giovani leve della scuola alberghiera per- che?, come dice lui, “Se non partiamo da li? non si crea sviluppo”. A lui la FIC, per mano del presidente Rocco Pozzulo, ha conferito l’investitura ad “Ambasciatore della cucina italiana”. Incontro significativo questo, che ha poi lasciato il posto ad altri interventi come quello degli chef Ciccio Sultano, Anthony Genovese, Massimiliano Mascia, Massimo Mantarro, Vincenzo Candiano e altri ancora. Cibo Nostrum A suggellare un congresso colmo di buoni intenti non poteva mancare una maxi Festa della Cucina Italiana, aperta al grande  pubblico – perche? la cultura gastronomica va diffusa – e a beneficio della Comunita? di Sant’Egidio, della Locanda del Sa- maritano e del Dipartimento Solidarieta? FIC, che interviene nelle zone terremotate d’Italia e dove si registrano calamita? naturali. Cosi?, lungo i viali alberati degli storici giardini di Villa Bellini, e? stato predisposto un percorso ad anello, co- stellato da 300 postazioni. Da qui cuochi e pasticceri provenienti da tutta Italia, 50 can- tine siciliane e aziende agroalimentari hanno deliziato con le loro prelibatezze un pub- blico pagante e consapevole della finalita? della serata. Hanno affollato Cibo Nostrum 25mila persone, che hanno contribuito a raccogliete 60mila euro da destinare a buone cause reali. La citta? di Catania ha risposto o, meglio, caldeggiato una manifestazione che ha sentito affine alle sue corde. Un fiume di gente ha invaso un parco che forse non vedeva da tempo una tale afflusso. “Eravamo certi che i catanesi e i tantissimi visitato- ri avrebbero risposto nel migliore dei modi” ha commen- tato orgoglioso Seby Sorbello, presidente di FIC Promotion e ideatore di Cibo No- strum, osservando la folla di gente ac- calcata nel parco. Musica e Gourmet C’e? un lato nella vita di un cuoco che e? fatto di rinunce, uscite mancate, appunta- menti rimandati… Ecco l’aver sentito esclamare proprio da qualcuno con la toque bianca in testa “Questi sono mo- menti che ripagano di tutti i sacrifici che si fanno come uomini di cucina” non lascia indifferenti. Stiamo parlando di un evento di straordinaria  levatura e assolutamente uni- co nel suo genere, di quelli in cui ci si imbatte di rado, che ha coniugato opera, cinema e letteratura nel nome del cibo, peraltro molto presente in tut- te e tre queste dimensioni. Un concerto ispirato a partiture che hanno espresso il significato profondo e universale della convivialita?, allargando il raggio delle suggestioni alle colonne sonore cinematografiche e alle pagine di poeti e scrittori. Cosi? la musica dal vivo del Bellini Ensemble, gruppo di professori d’orchestra del Teatro Bellini, coro- nata a tratti dal canto di un soprano e due baritoni, ha accompagnato la proiezione di spezzoni di film, in alternanza alla lettura di pagine di letteratura a opera di una voce re- citante. Una sorta di percorso tridimensionale, avvolgente e fortemente emozionale, che ha trovato il suo culmine sensoriale, a fine concerto, in un gran buffet di pasticceria siciliana: l’apoteosi dei sensi. “Ci auguriamo – ha spiegato il sovrintendente del Teatro Massimo Bellini di Catania Roberto Grossi – che questa prima iniziativa possa svilupparsi in un progetto nazionale che, partendo dalla Sicilia e da Catania, citta? natale dell’au- tore della Norma, coinvolga la vasta rete di teatri italiani, per valorizzare il cote? culturale del patrimonio enogastronomico dei nostri territori, carta d’identita? del Paese ed emblema di qualita? nel mondo”. Per poter realizzare questa serata il teatro Bel- lini ha modificato la programmazione artistica e questo la dice lunga circa l’apertura della citta? al congresso: il semaforo e? stato verde ovunque! Anche per la riconferma di Rocco Pozzulo alla guida dell’associazione. La Sicilia in un biscotto A simboleggiare un’isola che strega chi ci nasce oltre a chi ne viene in con- tatto, abbiamo scelto la personale interpretazione golosa espressa da Nello Barone “La mia Sicilia”, presentata nel corso di una delle serate del congresso. Un croccante bi- scotto di pasta frolla – aromatizzata agli agrumi – con la for- ma dell’isola, un rilievo com- posto da tre tipi di mousse a base di ricotta (agrumi, pistacchio e nocciole) sovrastata da una riduzione di fragoline a mo’ di colata lavica e un filetto di arancia candita svettante, a significare la fiamma dell’eruzione. Una lieve spolverata di zucchero a velo, perche? pure la Sicilia s’inneva. Una rappresentazione che va- le piu? di tante parole.

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