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“È fondamentale formare le nuove generazioni” – Ermando Paglione ed i Giovani di Federcuochi

Come molti altri suoi colleghi dirigenti, Ermando Paglione ha avuto la sua prima tessera FIC quando era ancora allievo all’Istituto alberghiero. Da allora, ha fatto numerose esperienze, sia in ambito professionale che associativo ed oggi è stato chiamato da Federcuochi a ricoprire un incarico assolutamente importante e delicato: quello di responsabile nazionale del Compartimento Giovani FIC. Chi conosce il nostro mondo associativo, sa bene quanto la Federazione tenga alla formazione e alla crescita dei propri giovani, Cuochi e Lady Chef, sia naturalmente dal punto di vista professionale che da quello umano e culturale. Perché quella del cuoco e della cuoca non è soltanto una professione, ma una vera e propria scelta di vita. Ecco, di seguito, l’intervista che Ermando Paglione ha rilasciato alla nostra redazione, inaugurando il suo nuovo incarico e facendo trapelare subito tutto il suo spirito di squadra e di appartenenza.

D: La nomina a responsabile nazionale del Compartimento Giovani significa essere investito di una grande responsabilità. Al di là della gioia e dell’onore di tale incarico, come sta pianificando questi anni di forte impegno che la attendono e che già sono in atto?

R: Insieme al validissimo staff del Compartimento Giovani, che mi è stato affiancato in maniera scrupolosa dal presidente nazionale Rocco Pozzulo, dopo alcune riunioni, abbiamo iniziato a pianificare una serie di iniziative da mettere in cantiere partendo dal mese di ottobre. Queste iniziative naturalmente sono tutte atte a valorizzare ed ampliare le “skills” dei futuri cuochi d’Italia, attraverso corsi di Alta Formazione, Open Day in scuole e istituti, partecipazioni a competizioni di cucina, ecc.

D: Oggi la ristorazione sta cambiando molto rapidamente. Anche il settore che lei è stato chiamato a guidare e coordinare chiede risposte sempre più concrete e immediate. Quali sono, a suo avviso, le più urgenti e le tematiche da affrontare?

R: A mio modo di vedere, tra le tematiche più urgenti da trattare ci sono: gli orari di lavoro, la turnazione di una possibile doppia brigata di cucina, la tutela delle donne in questo settore con orari lavorativi più consoni per arrivare a costruire una famiglia, contratti di lavoro più flessibili ed elastici per gli operatori di questa categoria, essendo un settore fortemente caratterizzato da momenti di grande affluenza e richiesta ma anche da momenti di stasi quasi totale.

D: Muoversi e operare nel solco della Federazione Italiana Cuochi significa non essere mai da soli, avere attorno una grande squadra che ci sostiene e ci difende. Vivere in un contesto associativo come quello FIC significa anche sapere spendere bene il proprio tempo, tra la professione in cucina o a scuola, la vita privata e lo spirito federativo. Come si organizza in tal senso?

R: Sicuramente essere integrato in questa “grande famiglia” vuol dire rimanere sempre aggiornato, continuare a girare numerosi posti e osservare nuove cose e aspetti della professione da altre prospettive. Personalmente, ho la fortuna di svolgere il mio lavoro che è parallelamente anche il mio hobby, quindi per me lo spirito federativo è all’ordine del giorno nella mia associazione e, da adesso, anche a livello nazionale.

D: Sappiamo che non è facile farlo in poche righe, ma ci descriva qui in breve la sua esperienza in FIC, dalla prima tessera sottoscritta fino ad oggi.

R: Dalla mia prima tessera, fatta da allievo, fino ad oggi è passato qualche annetto. Grazie alla Federazione Italiana Cuochi ho partecipato a corsi di Alta Formazione, ai Campionati della Cucina Italiana, ad innumerevoli manifestazioni e concorsi organizzati dalla mia Associazione Provinciale e Unione Regionale, alle quali devo molto in ambito associativo FIC.

D: Richiamando, infine, quel gioco di squadra di cui parlavamo, vuole lanciare un messaggio anche agli altri suoi colleghi FIC che ricoprono un ruolo analogo al suo?

R: Partendo dal fatto che sono l’ultimo arrivato, non mi sento di lanciare nessun messaggio di questo tipo, in quanto ho visto un gruppo unito e coeso atto a fare sempre e solo il meglio per l’associazione e per gli associati.

 

La Redazione

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