Il 12 e 13 ottobre si celebra la Festa del Cuoco a Brescia, ne parliamo con Alberto Luca Somaschini, Presidente Regionale Unione Cuochi Lombardia.
Per la prima volta a Brescia, il 12 e 13 ottobre torna la Festa del Cuoco per celebrare l’intera categoria con l’atteso raduno annuale della Federazione Italiana Cuochi. L’evento si svolgerà nei luoghi più suggestivi del centro storico della città, dal Complesso Museale di Santa Giulia all’area archeologica del Capitolium e alla centralissima Piazza della Vittoria.
Durante la pandemia le città di Brescia e Bergamo sono state duramente colpite e messe in ginocchio dal letale virus, per questo la scelta è ricaduta sulla città di Brescia nella Regione Lombardia per il tradizionale raduno, oltre al fatto che sia Brescia che Bergamo saranno le prossime “Capitali Italiane della Cultura” 2023.
La Festa del Cuoco è un momento d’incontro per la categoria, un momento di formazione per i giovani allievi degli Istituti Alberghieri, ma anche una vetrina della cultura enogastronomica nazionale e territoriale che presenterà i cuochi come attori responsabili e ambasciatori di valori culturali imprescindibili in cucina, come la sicurezza alimentare, la salute dei clienti, la prevenzione agli sprechi alimentari e della sostenibilità, coniugata a modelli di ristorazione locale e il problema del difficile accesso al vino.
Abbiamo intervistato Alberto Luca Somaschini, oggi presidente dell’Unione Cuochi Lombardi, che da tempo milita tra le fila della Federazione Italiana Cuochi.
- Ciao Alberto, si sta avvicinando La Festa del Cuoco che quest’anno si terrà nella tua regione, A Brescia nello specifico; cosa significa questo per voi, perché la Festa del Cuoco continua ad avere questa valenza nel corpo della Federazione?
Si, dopo molti anni ospitiamo in Lombardia i festeggiamenti ufficiali della Festa del Cuoco, che ci saranno il 12 e 13 nella città di Brescia; per noi è un festeggiamento della nostra professione che ci consente di vivere un momento di convivialità con i colleghi che arrivano da tutta Italia. Ci si ritrova per vivere insieme tanti appuntamenti di formazione e di festa e di incontro con le aziende, con i prodotti del territorio e anche con momenti di riflessione sulla nostra professione, di ricordo di chi non c’è più. Purtroppo, la nostra regione che è stata molto colpita dal Covid, ha visto la dipartita anche di colleghi che erano importanti per noi cuochi lombardi e per la Federazione tutta. Convivialità, condivisione, interscambio, queste le caratteristiche principali della Festa del Cuoco, poi oltre tutto c’è l’amicizia che lega tutti noi.
- State organizzando qualcosa di particolare per la prossima festa? Cosa ci sarà in programma?
Faremo conoscere a tutti i nostri colleghi che non conoscono la città di Brescia, le sue meraviglie storico-artistiche, questa manifestazione ha avuto il patrocinio della Regione Lombardia e dell’Assessore all’agricoltura Rolfi che ha sposato il nostro progetto, perché si parlerà di prodotti del territorio e avremo con noi anche due grandi ambasciatori quali Philippe Léveillé del Miramonti L’Altro (2 stelle Michelin) e il gran maestro della pasticcieria Iginio Massari.
- Perché è importante entrare nella Federazione Italiana Cuochi e a chi consiglieresti di entrare a farne parte?
A mio avviso per noi cuochi è importante far parte di questa comunità, che condivide una vita professionale, la costruzione del futuro della nuova generazione di cuochi, che condivide le problematiche che tutti conosciamo di un lavoro pesante, estenuante a volte, intenso, ritmato, faticoso, ricco di impegni, obblighi e che richiede un aggiornamento professionale costante sia per la cucina, che per la sala, della parte normativa, economica. Quindi poter partecipare ai tanti corsi di aggiornamento che la FIC organizza, alle fiere di settore, i concorsi che sono fondamentali per i nostri ragazzi. Ma anche i servizi che abbiamo a disposizione tramite la Federazione, la possibilità di entrare a contatto con aziende, produttori, materie prime e fornitori che possono fare al caso nostro sul lavoro è molto importante. Poi penso a tutti i progetti specifici che la FIC ha sulla riduzione degli sprechi, la valorizzazione della figura del cuoco e il riconoscimento del nostro lavoro come usurante, ma anche i piccoli progetti che sono stati portati avanti durante il periodo Covid, con forme di sostegno e aiuto. È una voce autorevole che può rappresentarci e tiene vive le esigenze, le curiosità, le bellezze e le fatiche della nostra professione.